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sabato 20 luglio 2013

La Grazia Ermetica di Nathan Lee


NathanLee2013@AllRightsReserved
Acciaio modulato. Una figura corpulenta a tratti boteriana sorregge su di un braccio quattro colombe. Stupisce come una figura ciclopica  possa avere in se' tanta lievita'. Lo spazio artistico di Nathan Lee sa raccontare l'innervazione passionale del nostro tempo, creando una dimensione parallela in cui figure viaggiano per gradi supplementari. Piccole ali fioriscono oltre le grandi spalle delle sue sagome umane. La struttura anatomica sembra creata sotto dettatura. Ben tracciata la demarcazione del suo animo. Una donna malinconica tiene tra le mani il frutto della caducita' dell'esistenza nell'atto di schiudersi e deperire. "I'm in color" e' stare nella policromia delle pieghe di un'esistenza che sa placare le sue stesse ansie attraverso l' Arte. Questa e' la traccia nelle grandi tele spatolate di blu e azzurri, del prorompente vermiglio e di candide luci oblique. Corpi sospesi femminili dalle voluttuose chiome viaggiano tra due mondi. Un uomo si copre il volto con un drappo celeste in una campagna dove tutto e' latitante. Nathan sa risucchiare le cromie del tramonto e farle sue in un'alba ritrovata. Non riusciamo a stare in piedi dritti, il corpo in smoking e' pronto all'ultimo party della vita, solo la testa riesce a mantenersi perpendicolare, tutto il resto ormai si perde in un altra direzione. La sua pittura si muove in una sospensione dei sentimenti. Un frammento di maschera copre il volto solo a meta' lasciando all'altro occhio la possibilita' di decifrare se una realta' ancora esista veramente. Nathan Lee vive e lavora a Oklahoma city ed è uno degli artisti più interessanti nel panorama americano contemporaneo. Michela Papavassiliou








venerdì 5 luglio 2013

Le Polimorfiche Rizoma Cosmiche di Petros

Copertina Volume Radici Cosmiche 2013 Edizione Salea
Le Polimorfiche Rizoma Cosmiche di Petros  


Petros indaga il silenzio cosmico della vita. Nei sottotitoli di una quotidianità frenetica che rincorre se stessa, la magìa di forme che traggono linfa vitale dallo spazio, lievita come clorofilla terrestre controluce. Il pensiero pitagorico è distillato sulla tela centimetro per centimetro, nella misurazione di un tempo vuoto. Dipingere il cielo, coi colori della sofferenza , farsi roccia nel mare della creazione, trarre luce dalle tenebre e male dalla verità, è la traccia più probabile di ispirazioni multiple. Sulla retina di una tela bianca le polimorfìe umane si rincorrono come frenetici frames in sequenza lineare. Un infinito susseguirsi di punti, che osservati al microscopio sono Anima, Arte, Pensiero, Vita. Nella natìa terra Attica l'eco di un rizoma solitario punta dritto al cielo. “Chissà se ho peccato, vivendo, creando.” dice il poeta, mentre moti d'angoscia lievitano sul verde tappeto volante della fantasia. L'ultima stella esanime ed afona si scioglie nella notte. “Ti darò il nero, tu dammi il bianco pensiero e il pericolo della visione” dice Petros, mentre il suo cuore pulsa in sospensione tra una doppia primavera, tra i “rumori dei vulcani e l'odore della morte”, tra il dolore degli uomini contemporanei e le micidiali macchine longitudinali che li consumano. La “tortura utopistica”di oggi condanna l'esistenza che resta senza scopo al gas dello spirito. “Modificati tutti i significati con sottrazione di disegni fino all'infinito”. Nello spazio il pensiero si pennella di celeste e suona un canto libero. Nello zero, nell'eco della non essenza l'avvincente ed eterno enigma da decriptare.