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martedì 25 ottobre 2011

Think Yellow

Gioconda by Petros

Sigillo della città da Vinci . da Vinci Town Seal

da Vinci Town Seal .  1300

Questo sigillo della città di da Vinci risale al XIV sec ed è custodito a Firenze presso il Museo Nazionale del Bargello.

This da Vinci Town Seal was made in the 1300. Bargello National Museum, Florence Italy.

Leonardo Young Woman Portrait

1485 Biblioteca Reale . Torino

This Leonardo Young Woman Portrait  was made in 1485 . Turin Royal Biblioteque . Italy

Irony in Town

Irony in town . Milan 2011 Photography by Lorenzo F Ferraris

domenica 23 ottobre 2011

da Vinci Equestrian Monument 1491

Da Vinci 1491 . Madrid Spain
Studio per la scultura equestre a Francesco Sforza.

Project for Francesco Sforza equestrian monument.

Nike Virtual Dog

Nike Dog 2011 by Lorenzo Filiberto Ferraris

sabato 22 ottobre 2011

Apparent Loneliness

                                 Apparent Loneliness . Photography by Lorenzo F Ferraris Milan 2011

Himalayan Roads

                                           Himalaya 2010 Photography bu Lorenzo F Ferraris

mercoledì 19 ottobre 2011

Augmented Reality . Realtà Aumentata

Se è vero che il nostro futuro si vestirà di realtà aumentata, prepariamoci ad avere dei rebound importanti che il contingente avrà sulla nostra psiche. Ricordo una ventina di anni fa, quando apparivano i primi pc, allora occorrevano ore per ritoccare pochi fotogrammi di un video. Conobbi a quell'epoca una ragazza che lavorava tutto il giorno modificando immagini col suo Mac e le chiesi che tipo di impatto avesse questo genere di lavoro sulla realtà che lei si trovava a vivere uscita di lì. Mi disse che a volte le era capitato mentre stava guidando e pioveva di pensare di cancellare col joystick le gocce dal parabrezza.
Ora che presto l'ambiente dove ci muoveremo sarà arricchito di  multimedialità, aumenteranno le informazioni virtuali che potremo avere in tempo reale e con esse l'estensione delle nostre percezioni senza necessariamente infilare dei microchip nel cervello.

martedì 18 ottobre 2011

Marakkech

Marakkech                                                                 


La donna velata




La città mi appare dall’alto, per la prima volta, come appena lievitata dal deserto. Sono in aereo e già la sbircio come osserverei una donna velata.
Gli edifici sono affollati, monocromatici.
Metti un piede a terra e senti l’Africa tutta in una volta. Raggiungo un punto qualsiasi  della città che prima vedevo dalle nuvole. Osservo i muri e mi sembra di fare un balzo nei secoli. Sono tranquillamente in una urbe romana.
La terra rossa è impastata con della paglia e le case si reggono su questo semplice artificio. Le donne impastano la farina mentre gli uomini le pareti delle loro case.
Camminare per la Medina, il quartiere antico della città, è  come giocare a non farsi colpire dalla palla. Qui la palla è il motorino con a bordo una famiglia al completo, o la carrozza trainata da due ronzini pelle ed ossa, che ti aspetti possano tirare le cuoia voltato l’angolo, o un taxi imbufalito.
A Marakkesh non c’è auto che non si muova in modo schizofrenico.
I mezzi si sfiorano, l’autobus fa il pelo alla bici, che taglia la strada al pedone.
E’ un incrocio frenetico che viaggia al millimetro eppure ha una sua dialettica e segue ritmi unanimamente approvati dalla comunità. In definitiva tutti corrono nella medesima direzione seguendo una traiettoria del tutto personale e ad ognuno va bene così. Vorrei camminare per queste strade vedere senza essere vista ma la mia matrice occidentale è una calamita con scritto _ straniero_
Come donna sono tentata più di una volta di mettermi un velo in testa, ma i miei ciuffi biondi scivolano all’aria e i 30 gradi li vogliono assorbire tutti. In Italia eravamo già dentro all’inverno. Le ossa scricchiolavano, l’umido scivolava addosso come un cappotto scomodo o un ospite indesiderato. Qui la profusione di rose a perdita d’occhio, l’aroma di queste scosso dalle grandi foglie di palma, ti fa perdere di vista più di un obiettivo che uno come me appena arrivato potrebbe prefiggersi.
Sai dove vorresti andare ma non è detto che ci arriverai senza una miriade di soste ed eventi non previsti.
Così è prendere o lasciare. Una cosa mi è da subito chiara.
In questo posto io voglio prendere. Immagazzinare immagini, captare umori per me nuovi. I miei sensi sono tutti tesi. Il neonato che ascolta i primi suoni e li memorizza, il bambino che impara la prima canzoncina, mi sento esattamente così.












Venice . La Laguna

Venice . La Laguna


Venezia è una città sospesa su un paesaggio d’acqua. E basta questa semplice considerazione per capire che ciò che si sta descrivendo di terreno in realtà ha ben poco. Tra architetture in bilico, feritoie, acque e ponti, non c’è modo proprio che lo spirito non sfugga tra i carruggi.
Discendere per il Canal Grande è come vivere una parata reale. Dal baldacchino che si muove lento sulle acque i palazzi passano, intervallati da inaspettati scorci sulla Laguna nascosta. I tetti smerlati diventano pura forma tra materia e cielo.
Murano e le isole intorno, sembrano dei gabbiani sul pelo dell’acqua.
La luce veneziana pare goda di una posizione privilegiata. Non sai se rifulga più lei o ciò che essa illumina. A Natale un grande albero in vetro ti avvisa di esser giunto a piazza San Marco. Sembra che gli artigiani di Murano nel farlo, abbiano messo tutto il loro impegno per descrivere la luminosità perfetta di casa loro. Il lungo porticato che delinea il perimetro è abbellito da tendaggi. L’impressione e di vedere tanti palcoscenici allineati. Ognuno fa da sfondo a grandi sfere fulgide che avvampano nelle ore notturne, come ampolle di un geniale alchimista.
Al Museo Poldi Pezzoli di Milano c’è una tela del Canaletto? Vi è rappresentata l’acqua della laguna e una semplice linea disegna, sullo sfondo, il profilo della città. Ma la si percepisce appena, accennata da lievi pennellate trasparenti, offuscata tra le nebbie all’orizzonte.
Venezia è un felice abbaglio, un faceto miraggio, è il prolungamento di un sogno e l’illusione di una chimera. E’ uno spazio incantato dove l’illusionismo si muove come un fantasma tra le sue stanze.
Nell’ultima scena del film Morte a VeneziaLuchino Visconti ci mostra un uomo accasciato sulla spiaggia del lido, mentre la tinta nera dei capelli cade, lenta come una lacrima sul pallore di una morte attesa. In quell’immagine c’è tutta la malinconia di un carnevale che, passato il momento di festa, non può più far ridere e tutta la polifonia di un palpito che si spegne. Un’anemia dello spirito che vive nelle nebbie lacustri, una primavera di colori che respira nella tradizione carnevalesca delle sue maschere. La città stessa ha una maschera che la fa sorridere, ad un brulicare di turisti affannati nel vedere quanto più possibile nel minor tempo possibile. A trangugiare la nostra arte tutta in un sol boccone, come in preda di una bulimia nervosa. Finita questa frenesia quotidiana, calata la sera o nei crepuscoli invernali Venezia si accascia stanca in un angolo del suo carruggio. A terra cade anche il suo travestimento. E’ bella, smunta, diafana e decadente e sa che le perdoneremo sempre tutto, pur di vedere ancora per un attimo le sue verdure colorate nei piccoli mercati, le gondole decorate comparire e scomparire dietro gli angoli, le finestre magiche semi dischiuse e antiche. A lei torneremo per quei rilievi  abbandonati di gloriose foglie, statue e mani austere che reggono bastoni dalle teste corvine. Gli oggetti più strani vengono dimenticati nei pertugi. Un guanto è appoggiato ad un muro stanco e sembra rimasto lì dopo aver posato per un quadro di de Chirico. Come se anche la sbadataggine non volesse che ritornare sui suoi passi. Difficile lasciare Venezia, coi suoi porticati a perdita d’occhio, che celano e disvelano. E’ Venezia che sceglie cosa dare e cosa nascondere e a noi non resta che prendere quel che viene, perché comunque vada è sempre tanto.


Le Cirque Imaginaire . Never Land Circus


Petros . Acrobate 2009

Milan Style


                                                      Milan 2011                                                   
 
 9am  October in Milan

Fascinating Moods


                                                                Pidmont Castle 2011



                                                          Pidmont Country House 2011

L'Esprit Artistique di Alessandra Rapisardi/Arte


                                                          Alessandra Rapisardi  Florence 2009
Le carte dei tarocchi rivisitate secondo l'uso che ne avevano in ambiente fiorentino durante l'epoca rinascimentale. Lo stile di Alessandra Rapisardi mi ricoda questa litografia di Marino Marini datata 1953. Magnifica con i suoi 36 colori. 


The Rapisardi style  reminds me this Marino Marini litography dated 1953. I love it with his 36 different colours!


                                                           Marino Marini  .  Jugglers 1953

Blue Potato

Blue Potato

mi è capitata tra le mani una piccola patata blu.era appena arrivata dalla francia.per me rappresenta le cose infinitesimali, quelle semplici che non si colgono immediatamente.spesso sono i casi che te le propongono e quando per un imprevisto ti fermi, le vedi, le fai inconsapevolmente già tue.la tendenza è al momento quella di non darvi importanza, a volte invece risultano averne molta perchè come un mosaico forgiano il nostro gusto, colorano la nostra anima. sovente ce ne accorgiamo ormai lontani ma l'impronta resta e sedimenta comunque.sono dettagli, elementi nascosti o minuscoli oggetti senza più un uso, un residuo di pavimento antico, una vasca da bagno messa in un campo come abbeveratoio, un bassorilievo sotto lo spiovente di un edificio, una tela dipinta e lisa che cela una pittura sottostante.



few days ago i was holding in my hands a blue potato. it was just arrived from france.it represent for me small things that seems to be not important but they are because help us to gain an exquisite taste and  that's why an old floor's detail  it's able to colour my soul.

Surrealistic Attitude



Matrice Surrealista . Surrealistic Aptitude


ho una matrice surrealista che ha influenzato da sempre il mio modo di guardare alla vita. l' arte vive in tutte le cose che faccio, ne sono immersa in ogni ora del mio tempo e la policromia è una mia attitudine primaria.



 
                                       Petros 2010  Cariatidi _detail
                                                       oil on canvas

my background is a surrealistic one.i breathe through it.my time is polychromatic and that's my favourite attitude.

venerdì 14 ottobre 2011

La Mole Antonelliana Museo del Cinema



                                            Inside La Mole Antonelliana . Cinema Museum . Turin . Italy


équinoxe

Voilà la proportion !



 

La vita è una questione di proporzione equilibrio ed armonia. Tuttavia quando l'ordine prestabilito delle cose si sovverte questo diventa un accidente necessario e forviere di nuove opportunità.
L'arte si nutre di questi tornadi.


Life is a matter of proportion stability and harmony.
However an accident can change all things planned before.
Let's say that this could be a great and challenging opportunity. Art live on these tornado. 

Da Vinci's Muse






Al Louvre tutto il mondo guarda alla Gioconda e passa indifferente di fronte a questo superbo ritratto ignorando che Leonardo è padre di entrambe.

Everybody is looking at her, the Gioconda, at the Louvre and no one is looking at her.



Even if Leonardo painted the two of them, even if they are just few meters far one from each other

giovedì 13 ottobre 2011

Decòr is my best friend








Looking at the Mirror





Un ritratto inaspettatamente può dire molto di noi stessi. Qualche volta è come guardarsi allo specchio.


A portrait can be like looking at yourself into the mirror.

martedì 11 ottobre 2011

Home





Casa è per me il guscio. lo amo luminoso, lo progetto in movimento, saturo di colori, traboccante di natura e silenzio. il tempo si ferma e accellera a seconda del mio umore.la casa mi segue e si modifica con me.
è il luogo dove ritrovarsi,calamitare gli affetti, fare discorsi a bassa voce, circondarsi di cose care. il superfluo mi piacerebbe fosse più latitante ma a volte e in modo beffardo diventa elemento di grande armonia. mi piace immensamente ridare dignità agli oggetti dimenticati. adoro cambiarne l'uso che avevano originariamente. così un cancello diventa un porta asciugamani, una porta si trasforma in lampada, un albero tagliato dal bosco fa da colonna.

Home is my shell. i love it full of light, i project it in movement, plenty of colours, overflowing of nature and silence. Time stops and goes forward with my moods, the house follows me and modifies itself with me.



It's the place where meet up yourself again, magnetizing emotions, where make speeches in a whisper, being surrounded of things you care about. The superfluous, i'd like it to be more absconding but sometimes and in a mocking way it becomes element of great harmony. I adore give back dignity to forgotten objects, i love the change the use they had originally. in this way a gate becomes a towel holder, a door changes into a lamp, a cut tree from the wood becomes a column.