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mercoledì 28 dicembre 2011

Bramante in Milan


giovedì 22 dicembre 2011

Claude Lorrain Pine Trees



Pine Trees Detail
Japan 1593


Siberian Dream by Vittorio Peretto



"L'Est è sempre stato il campo privilegiato della mia immaginazione.
Le letture di Marco Polo, fin da bambino, mi hanno fatto sognare lande sterminate, cavalli al galoppo, visi bruciati dal vento, freddo terribile e caldo soffocante.
Poi, tanti anni dopo, il lavoro mi ha portato in Georgia, a T'Bilisi, lungo una delle Vie della Seta e in seguito in Turchia, Russia e Ucraina.
E carta, colori e pennello si sono incontrati."                                                         Vittorio Peretto 2011

Cachi Est 2011













giovedì 15 dicembre 2011

L'Invenzione del Passato

         
                                 from Peregalli&Rimini Book 2011 . L'Invenzione del Passato

Musica Picta

                                                                     
                                                               Musica Picta by Petros 2010





domenica 11 dicembre 2011

Vita Picting

vita picta e' un e-magazine di arte cultura . qui passato & futuro, high tech design cinema fotografia e creativita' ma anche lifestyle italian interiors & neo glamour. vita "picta" dal latino "dipinta" e' un modo di essere di apprezzare la vita come un quadro e di condividerne gli elementi preziosi, che siano pensieri di menti geniali, invenzioni ma anche elementi semplici e sorprendenti.

sabato 10 dicembre 2011

This must be the place . Magico Sean Penn

Locandina This must be the place

"I guess i must be having fun" "suppongo che dovrei divertirmi" dice la canzone "this must be the place" dei Talking Heads. Sottotitolo perfetto per un  grande Sean Penn protagonista del capolavoro di Sorrentino. Dovrebbe divertirsi a vivere Cheyenne che ha raggiunto in passato con le sue canzoni,  un successo assoluto, che economicamente puo' permettersi qualsiasi cosa. Ma cosi non e'.  "Ci sono molti modi di morire il peggiore e' rimanere vivi" sembra la colonna sonora di ogni suo passo quotidiano. Memorabile l'incedere lento, appesantito dal troller che si trascina ovunque al posto della sua affaticata ombra. Quasi totalmente assente ogni mimica facciale, centellinate e simili ad un rantolo moribondo le frasi pronunciate. Anoressica la parola ed il sentimento e' reso ancora piu' malinconico da una risata  minimale in costante difetto di forma e suono. Soffia per scacciare un ciuffo di capelli che ricade sempre  tra lui e l' interlocutore, tra lui e le cose. Un soffio all' insu', tentativo meccanico di rimuovere pensieri fastidiosi quanto difficili da interpretare. "Qualcosa mi ha disturbato non so esattamente che cosa ma qualcosa mi ha disturbato" dice come in un ritornello.  Eterno adolescente, sposato a una ex figlia dei fiori che lo fa giocare cercando inutilmente di distrarlo dai suoi spettri. Sono quei ragazzi che ascoltando le sue canzoni hanno perso la vita nel tentativo di aderire ad un modello che oggi lui rinnega con forza. Sono quel rapporto che non ha mai avuto col padre.  Sono il Male di Vivere. Latitanti ormai da decenni le  passioni, ma ancora pulsante e straziante la rabbia per un passato che preme al fianco sigillandolo contro le sue disillusioni. La valigia con le rotelle e' trascinata come lui e arranca tra gli accidenti del selciato sconnesso alla stregua del suo vissuto. E' impossibile non voler bene a Cheyenne, fin dai primi fotogrammi. Pura calamita quei limpidi occhi azzurri da eterno ragazzimo, come non vederci riflessa la nostra anima? Truccarsi lo faceva a quindici anni ed e' stato rituale necessario perpetuato per tutta una vita. Lo riconoscono per strada,mentre una parte di se' vorrebbe essere invisibile al mondo.  Arriva in ritardo alla morte paterna ma in anticipo per sbirciare alla fine della sua vita. "Il dolore non e' la destinazione finale". Lo sa bene. Il viaggio per quella America dimenticata alla ricerca del nazista ossessione paterna, e' un muoversi  attraverso  uno spazio a tratti surreale. Un passaggio a livello si trasforma nella sagoma di una gigantesca bottiglia di whisky da insegna pubblicitaria. Un bisonte osserva il protagonista attraverso il vetro distogliendolo da pensieri omicidi,  un vecchio indiano si fa portare in mezzo ad una steppa, allontandosi verso le montagne all' orizzonte, senza proferire parola. La casualita' in questo viaggio e' solo apparente, il filo da seguire diventa presto una serie di coincidenze significative con un unico protagonista. Il palco e' la vita piena, fatta di elementi straordinari.    "Ultimamente mi sono capitate cose rare" dice e alla domanda della moglie "Perche'  dovrei essere alla ricerca di me stesso? Non sono mica in India, sono in America" lui sa che e' vero esattamente il contrario e cio' rappresenta il preludio ad una rinascita. Alle bugie dette per far piacere risponde con un sorriso liberato "Non e' vero ma e' bello che tu me lo dica" perche' la vita e' splendida ora, accettabilmente imperfetta. Gettata maschera trucco e filtri non resta che viverla tutta, fino in fondo.                                          

michela papavassiliou.                                                                                                          dicembre 2011

martedì 6 dicembre 2011

Simply Snow


Nature's Drops


Photography by Lorenzo F Ferraris

Jumping in Life Passions


Muse

                                                                Louvre Museum . Paris 

Musica Greca Contemporanea

                                                                            Petros Drawing

La Musica è, nella visione della grecità classica, "l’arte delle Muse". La sua teoria e terminologia hanno una chiara radice ellenica. Il metodo induttivo sviluppato secoli fa dai filosofi greci ha avuto la sua influenza sull’ordinamento del sistema musicale. Le diverse «gamme» sonore (tra le principali: le cromatiche, le enarmoniche e le diatoniche…) richiamano la linearità e la successione tanto care ai pedagoghi dell’antica Grecia. Molti sono gli strumenti di origine greca, tra questi è curioso scoprire, per esempio, come l’organo divenne universalmente conosciuto dopo che l’imperatore di Costantinopoli, nel 700 d.c. circa, ne fece dono al padre di Carlomagno estasiato da quelle atipiche sonorità. Ancora oggi cantanti e musicisti di ogni cultura e nazionalità attingono a questa "grecità" non solo utilizzando una nomenclatura particolare, ma richiamando una filosofia di vita che soffia da millenni e che a volte è architettura bizantina in note, a volte è pathos puro, a volte è altro. Nel 1980 la cantante irlandese Enya viene alla ribalta con il suo "vocalismo solenne ed etereo, la sua liricità e le sue armonie sintetiche ispirate alla musica classica", come definito dalla critica, affascinando anche quando, nella sua marcia funebre "Pax Deorum", utilizza un coro da tragedia greca. Da sempre lirica, oratoria, commedia, dramma satirico e poesia ellenista sono fonte di ispirazione per l’arte in tutte le sue forme. Stavros Xarchakos con le sue canzoni popolari, le cosiddette "laika", mette in musica i poeti greci e manda in visibilio le masse. Nelle pizzicate con il plettro del "buzuki", strumento tradizionale a corde, c’è tutta l’ironia ed il melodramma che di frequente si intrecciano nel modus vivendi greco contemporaneo. In questa gestualità, a volte esagerata, tra due vecchi amici che si incontrano dopo tanto tempo per le strade di Atene, le braccia rivolte al cielo e il nettare degli dei nelle parole, vi è tutta la monumentale musicalità di Mikis Theodorakis. Compositore delle planate geniali che, sentendo la "Nona di Beethoven" capì quale fosse la sua strada abbandonando quella del matematico. Volò a Parigi e là sentì, più forti che mai, le sue radici tanto da comporre, proprio nella capitale francese, tutte le canzoni intonate da Salonicco alla più remota delle isolette greche. E’ così che, attraverso la sua "musica popolare elaborata", percepisce tutta la validità di tutti i suoni, anche di quelli fino ad allora più sacrificati intuendo che "l’orecchio umano si evolve e che i greci antichi non sopportavano l’ascolto simultaneo di certe note, mentre oggi questi tipi di armonie vengono ampiamente accettate. Parimenti nel gesto ripetitivo e conosciuto del pescatore che alza la rete dal mare o del contadino che vanga la terra si possono trovare le melodie dei musici di Mikonos. Nel soffio orgoglioso delle loro zampogne, o nella percussione dei tamburi, la freschezza di suoni ancestrali sembra fondersi con la ripetitività di consonanze che rimandano quasi a pezzi da house music. Spetta a noi, ricordarci che aedi e rapsodi non ci sono più ma che qualcuno dei loro frammenti eufonici o cacofonici che siano, viaggia già sospeso alla rete telematica per rigenerarsi attraverso inconsuete melodie pronte di nuovo a dipanarsi e ricomporsi in sonorità che rimandano alla labilità della vita umana stessa. E mentre l’indimenticabile Zorba, creato dal grande scrittore Kazantzakis, dice "se qualcuno mi parla quando suono il mio santuri, non lo odo e se lo odo, non posso rispondere" comprendiamo come la musica sia nel tempo che passa ma anche fouri di esso ed in questo piccolo e grande segreto sta la sua piccola e grande forza.

                                                                                                             Michela Papavassiliou

lunedì 5 dicembre 2011

Vittorio Peretto's Russian Memories

Il mondo artistico di Vittorio Peretto è fatto di miniature magritte-foloniane. piccole pale, rastrelli e innaffiatoi, un agglomerato urbano di una Russia in marzapane. I suoi schizzi a china acquerellati, sono fatti da un paesaggista con la sagoma di un artista. Sono dipinti che parlano di passione, di luoghi visitati, studiati distillati e segmentati in fotogrammi moltiplicati, poi ricomposti destrutturati e ricompattati ancora in un processo a tratti naif e lieve. Gli orizzonti perettiani sono fatti di musica, un fiume diventa tastiera di pianoforte, un bosco si fa spartito ed ogni albero e' una nota.












Jacopo Foggini's Works



                                                Foggini's Sphere . University of Milan 2011


Il primo incontro con Jacopo Foggini e' avvenuto nel suo studio di Milano. Era il 2010. Mi e' sembrato in realta' di riincontrare un vecchio amico. Si sa, anime con medesime propensioni alla sperimentazione, alla trasformazione materica, alla ricerca, hanno piu' facilita' ad incontrarsi. In una parola,l'Arte accomuna Ho difficolta' a separare Jacopo dalle sue opere, per me queste ultime ne sono semplicemente il suo prolungamento. Mi piace immaginarlo al lavoro in una fucina di Murano nell' atto di forgiare il vetro, addomesticandolo alle sue visioni. Entrare nel suo laboratorio e' come guadare un fiume. Al di qua tutto il noto, il quotidiano, al di la' il suo micro-macro cosmo. Metalcrilato di ogni colore possibile trasformato in bislunghi spaghetti e lavorato, piegato e annodato a piacere. Cosi prendono forma lampade-dischi volanti pronti al decollo, lanterne occidental-orientali e sedie avveneristiche illuminate. Foggini e' un geniale fattucchiere in bilico tra Arte&Design, artefice di sculture luminose ed installazioni epocali. Penso a quelle esposte al Carousel du Louvre, al Centre George Pompidou, al Royal College of Art. Penso anche al "Plastic Palace" inserita nello storico arco di Porta Garibaldi a Milano o al " Vello d'oro" un velo sospeso di grandi dimensioni, a "Devotion" concepita in una chiesa cinquecentesca sconsacrata o al "Lampadario da Teatro" creato in occasione della Cerimonia di Apertura dei Giochi Olimpici di Torino alla luce del quale ha cantato il Maestro Luciano Pavarotti. Medio Oriente, Giappone e Stati Uniti sono solo alcuni dei paesi in cui si possono ammirare le sue opere. La Festa delle Lanterne che dal 104 aC accompagna il Calendario Lunare cinese vede la realizzazione con carte colorate di milioni di elementi luminosi dalle forme piu' sorprendenti. Foggini sembra rivisitare questa tradizione plasmando resine come fossero argilla, inventando oggi macchinari che permettano la lavorazione del versatile policarbonato, conquistato ed infine assoggettato ai suoi precisi desiderata. Mi sono trovata per caso un giorno nel suo opificio quando montagne di residui semilavorati dovevano essere gettati per far posto alle nuove creazioni. Non posso descrivere la sofferenza che ho provato nel vedere allontanarsi quei sacchi traboccanti di pezzi scultorei policromi. Foggini sorrideva mentre io cercavo di salvare qualche pezzo dal macero, era tranquillo, ogni tanto prendeva i comandi di una ruspa dove si adoperavano senza sosta i suoi collaboratori, e spostava quei cumuli che ai miei occhi limitati erano oggetti preziosi ormai persi. Ho capito successivamente questa sua pace interiore, anche quella certa felicita' e l'assenza assoluta del benche' minimo ripensamento o tentennamento nel trattenere qualcosa. Jacopo era oltre il colle di quelle anomali macerie. Il passato gia' ampiamente rimosso nella sua testa e nuovi progetti attendevano per guadagnarsi spazio. Si dice che il Design si differenzi dall'Arte per l'implicito e preciso scopo per cui gli oggetti sono concepiti. Jacopo disegna lo scopo e si diverte a smembrarlo, come le colate delle sue invenzioni. Con le sue opere sembra stravolgere la realta' contingente, cosi oggetti quotidiani attraverso il suo linguaggio modificano, quasi naturalmente il fine per cui erano stati concepiti, alterando il consueto per l' inconsueto. In definitiva non ci sembra piu' cosi strano sedersi su di una lampada-sedia o entrare in una sfera convinti di essere prossimi alla partenza su di una futuribile mongolfiera fogginiana. L'Arte di Jacopo Foggini preme costantemente sul futuro, orientate a quello che deve ancora venire le sue creazioni, avveneristica ed inclonabile la sua matrice. Michela Papavassiliou . nov 2011.



Midnight in Paris & Allen's Irony



viaggiare nel tempo ha sempre avuto per l'essere umano un potere calamitante assoluto, forse paragonabile solo alla sua attitudine al volo, non unicamente intesa come aspirazione ad una elevazione fisica nell'aria,bensi alla facolta'di lasciare libera la fantasia di scivolare tra presente e passato al rintocco di un campanile che segna la mezzanotte. Allen con la sua ironia ci trascina da uno spazio terreno, Parigi, in una dimensione surreale e vibrante fatta di anni venti, belle èpoque e rinascimento.-il contemporaneo e' noioso- dice, le altre epoche invece ci affascinano come solo i luoghi inesplorati sanno fare e stimolano in modo irresistibile la nostra curiosita'. Midnight in Paris e'a tratti poesia pura, forse talvolta scorre con le logiche della grande macchina del Cinema, ma e' come un bambino, gli si concedono con un sorriso dei piccoli strappi alla regola.

mercoledì 30 novembre 2011

Marino Marini Female

Marino Marini Female in Brera Academy Milan Italy


Verdi Symphony Orchestra playing Caijkovskij's Manfred


Giulia Birindelli Works 2011


Birindelli Portrait 2011 Vermeer Style





Sulla Zona Liminare di Michela Papavassiliou

Giulia Birindelli è un'artista filosofa, ma la sua anima materica e pop è quella di un'artigiana dell'Arte
Le sue opere principalmente concepite su essenze lignee pregiate sono intagliate al laser.
La vedo come una funanbula dell'Arte, in bilico sulla zona liminare del pensiero e della parola non verbale, di quella che rimane mai pronunciata. E' la soglia la trincea dove si muove, tra ombra e luce, terreno in continuo cambiamento. Lì tensioni e distensioni, assemblaggi, ripescaggi e scioglimenti. Una fucina, la sua, che profuma d'acero e castagno, di tele incise, di canovacci cesellati.
Giulia respira nella possibilità della prima luce dell'alba e si dibatte nelle estremità del tramonto, sa cogliere l'ultimo spasmo e il primo pianto di vita. la sua porta socchiusa si spalanca e sbatte sulla zona liminare della creazione e della vita, quasi precisamente nel mezzo di una sua verità possibile.














                                                         Birindelli's Atelier . Milan 2011

lunedì 28 novembre 2011

Lorenzo Filiberto Ferraris Works 2011


Nasce a Milano nel 1990 dove attualmente risiede, lavora e studia ingegneria dell'automazione presso il Politecnico di Milano. 
Nel 2008 vive per un anno in Pennsylvania assorbendo gli stimolanti influssi della neo pop art americana. Nipote del pittore di fama internazionalePetros, si forma nel suo atelier dove apprende le tecniche pittoriche e d'incisione. 
Partecipa a numerose performances virtuali in rete e si distingue per realizzazioni definite dalla critica di genialità rigorosa
Si dedica alla fotografia. Partecipa a numerose performances, vince premi e menzioni speciali. 
Nel 2011 fonda Creartion, una raccolta di opere materiche concettuali nelle quali reinterpreta oggetti di uso quotidiano, talvolta contaminandoli con interessanti incursioni di tecnologie digitali. 
Un uovo è così in grado di rompere una griglia d'acciaio e un iPod rivive nelle sue opere visionarie telematiche. 
Nello stesso anno la sua prima collettiva Arte contemporanea per Adisco, una sua opera viene battuta all'asta da Sotheby's Milano.
Sempre nel 2011 fonda IMSICK TheSign, un marchio di abbigliamento urban nato da un insieme di disegni che realizza applicando la tecnica dello stream of consciousness. 




Lucky Strike 2010 . by Lorenzo Filiberto Ferraris