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Vita Picting

vita picta e' un e-magazine di arte cultura . qui passato & futuro, high tech design cinema fotografia e creativita' ma anche lifestyle italian interiors & neo glamour. vita "picta" dal latino "dipinta" e' un modo di essere di apprezzare la vita come un quadro e di condividerne gli elementi preziosi, che siano pensieri di menti geniali, invenzioni ma anche elementi semplici e sorprendenti.




Ho scoperto che e' meglio indagare il dolore piuttosto che esserne sopraffatti. Al rancore al senso di abbandono meglio lo stupore . Vedere  il dolore come un evento straordinario  nella sua tragicita', come se si fosse a teatro, con la partecipazione ed insieme il distacco dello spettatore, aiuta. E' come entrare in una vecchia cantina e riscoprire oggetti dimenticati. Li si ritrova, li si osserva accuratamente, con calma si decide se tenerli  tra polvere e buio per un improbabile riutilizzo futuro o se buttarli definitivamente all' oblìo. Ho scoperto che il dolore migliora quello che siamo perche' aiuta a fare propri i colori della vita. Finita  la bufera la nostra anima  assorbe le luci e si rigenera. Vita Picta e' avere sempre l' entusiasmo tra una tempesta e l'altra di appassionarsi alle cose sorprendenti e belle della vita. MP
C'e' uno stato nell'umano vivere che chiamo Depressione Felice. Ne sono affetti, e uso questo termine perche' parlo comunque di un allontanamento dallo stato di equilibrio psichico ottimale che un uomo o una donna possono riuscire a raggiungere nell'arco di una vita, ne sono dunque colpite persone tendenzialmente creative, di indole solare, che abbiano avuto esperienze interiorizzate in modo estremamente doloroso e mai del tutto superate.  Sono soggetti che hanno trovato nello stato depressivo un valido compagno di vita, compensatorio delle ansie che si portano silenziosamente dentro e del dolore sordo che urla nel profondo. Sono paesaggi dell'anima che comprendono naturalmente nubi basse e tempestose ed altresi' sporadiche e straordinarie schiarite con raggi di sole quasi accecanti. In essi convivono gli stati emotivi della donna desolatamente sola seduta sul letto rivolta alla finestra di Hopper e contemporaneamente la euforia vitale prorompente e fisica delle figure floride di Paul Gauguin. Penso al ritratto dell'amico morente di un giovanissimo Picasso, fatto di grigi e blu o all'autoritratto policromatico e sofferto di Van Gogh. Luci dunque centellinate ma prorompenti nei depressi felici, che respirano la maggior parte del tempo la foschia dello spirito. L' infelicita' e' per questo silente gruppo, un pigiama comodo, impregnato di odori noti e rassicuranti, la felicita' un orizzonte luminoso, dai colori caldi, che hanno davanti a loro sempre distante e mai in definitiva raggiungibile, ma del quale riescono in qualche modo ad assorbirne i benefici. Abbandonare questo stato di grazia in bilico precario tra l'abisso e la vita, non e' cosa facile. Restio ai cambiamenti, attaccatto spasmosdicamente ad abitudini acquisite e consolidate, il depresso felice si circonda di numerose persone, di impegni ed anche divertimenti, spesso per non trovarsi mai faccia a faccia con le ferite della sua anima. Nel rapporto a due si scherma alla sofferenza sentimentale ritraendosi dal gioco prima che cominci veramente, vivendo in superficie senza alzare mai il tombino dove conserva in tenuta stagna l'oblio. Arduo tirare fuori da questa condizione una persona cara a meno sia lei a volerlo, ma quello spicchio di felicita' virtuale conosciuto, sovente e' preferibile all' incognita di un cambiamento sostanziale. MP