Due sorrisi speculari sul
turchese, questo è il frame privilegiato che ho di
Formentera.
Cuore pulsante dell'isola
una coppia di spiagge lunghissime e bianche, identiche come due
splendide gemelle dai caratteri opposti. Quando c'è vento da una
parte sai che dall'altro lato sarai coccolata dal tepore. Quando una
è arrabbiata, l'altra è affabile e accogliente.
Credo che
morfologicamente questa isola delle Baleari abbia una posizione
dotata di un'aurea speciale forse anche di una certa sacralità.
Emersa dalle acque in un crocevia di fasci luminosi in grado di
dorare la pelle con tonalità intense quasi d'alta montagna.
Boschi di pini marittimi
degradano al mare. Fichi secolari come sculture preistoriche sono i
protagonisti assoluti sui grandi campi dalla terra rossa smossa.
Tenuti ad impalcatura bassa dalle abili mani dei contadini locali, i
rami allargati come i tentacoli di polipo terrestre sorretti da pali
in legno tutti intorno, regalano ombrelli di frescura a greggi ed
umani. Palme secolari rimandano a paesaggi d'Africa, saline
incorniciate come pezzi d'autore, tra canne di bambù infestanti e
dune di sabbia tagliate da strade sterrate imprendibili che si
perdono nel turchese.
C'è una rilassatezza di
vivere in questo luogo che ti contagia appena arrivi.
Le frenesìe dell'era
moderna si lasciano sul battello che ti porta qui.
Non hanno semplicemente
il pass per entrare.
Quando
approdiamo su queste sponde si rimane per un attimo interdetti, ci si
volta per vedere se le ansie del quotidiano ci seguiranno, e nulla,
siamo liberi di godere di una natura, contaminata sì dall'uomo e
dalla macchina del turismo internazionale, che ha saputo però
rispettare il suo territorio e valorizzarne le bellezze. Merito alla
Spagna che sa tenere questo spazio di mondo, lindo come un lenzuolo
lavato di fresco e steso al sole.
Anche
se su questo atollo si riversano fiumane di persone, sai di poter
trovare sempre una caletta appartata dove starai felicemente in
solitudine e relax.
Nell'entroterra
case in pietra antiche si fondono col paesaggio. Cromie calde in
questi spazi domestici dove interno ed esterno si mescolano in
sintonia perfetta. Pavimenti spatolati con materiali naturali, cesti
intrecciati usati come lampade, travi antiche ai soffitti
intervallate da fasci di bambù e coibentate con alghe marine,
tettoie di viti e vegetazione da macchia mediterranea. Bouganville,
oleandri, rosmarini e pini marittimi a profusione accompagnano nel
tragitto da un capo all'altro. Dal faro un tramonto mozzafiato ed il
drink di fine giornata. Sant Francesco con la sua piazza, le stradine
folcloristiche e gli angoli carini di Sant Ferran.
C'è
una Formentera nascosta lontana dai clamori, dai personaggi famosi e
dai riflettori ed è quella di cui sto scrivendo,
un luogo metafisico ma terreno, un luogo silenzioso e magico. Un
viaggio nell'Utopia, dal greco, “luogo
che non esiste”,
che in questo caso è proprio sotto i nostri piedi e davanti ai
nostri occhi. Ibiza si vede da qui, vicina eppure lontana come
sensazioni. Ogni giorno una moltitudine di barche da lì parte alla
volta di questi litorali. Sono naviganti in cerca di vibrazioni.
Nella notte di San Lorenzo si vedono decine di stelle cadenti e la
calotta dell'emisfero astrale ti circonda a 360 gradi come non mi è
capitato di vedere altrove se non a Ydra nell'arcipelago greco.
Ho
soggiornato in un vecchio convento. Ho dormito in una cella dalle
piccole finestre affacciate su di un immenso bosco a picco sulla
scogliera. Ho avuto in questi spazi sonni profondi come si hanno
nella prima infanzia o forse nel ventre materno. Certe cose non si
possono spiegare per intero a parole, ma mentre leggi immagina di
essere preso per mano da una persona a te cara e di camminare nella
natura o immergerti nelle acque più trasparenti che tu possa
sognare. Se riuscirai a fare questo esercizio mentale e saprai
ascoltare questo luogo, ti sarai avvicinato al benessere che può
regalarti l'isola di Formentera.
Michela
Papavassiliou
. Agosto 2012