Le fotografie di Francesca Woodman segnano la dimensione di uno spazio surrealista ed iperrealista insieme. Sono atmosfere sospese, sono attimi di malessere liberatori. In esse la corporalita' umana si staglia sulle cose contingenti talvolta rimanendone imbrigliata, in altri casi fondendosi con esse. Una figura senza volto si alza da una sedia sigillandone il suo slancio ad essa. In scacco e' la nostra stessa vita che scorre lenta come il passo di una tartaruga sull' accidentalita' di una pavimento a quadri. Una solitudine appesa allo stipite della porta quella della Woodman che racconta la genialita' sofferta di un'artista che ha avuto troppe cose da raccontare in un tempo troppo breve. Elementi intensi nei suoi scatti che muovono le corde di una femminilita' ritratta a nudo. Fragilita' e forza riescono normalmente a convivere nelle sue immagini senza creare nell' osservatore alcun effetto di contrasto ed anzi l'armonia finale che ne deriva sembra dover essere l' unica risultante possibile.La luce prediletta e' spesso quella obliqua un' underline alle forme che ne amplifica l' effetto significante. Cosi' un braccio pende da una vasca in ghisa raccontando di se' quanto basta per non desiderare di raggiungere oltre il bordo, la vista del resto del corpo. Una donna si appoggia ad occhi chiusi ad un muro lacerato quasi ad indicarci con le mani rigidamente aperte le crepe della sua stessa anima. Il corpo femminile e' velato da drappi leggeri, misteriosi, inquietanti o vecchie tappezzerie floreali che celano e disvelano. Paragonava la sua vita ad un fondo di caffe' e in quegli spazi dilatati e vuoti riempiti forzatamente da un male di vivere invisibile ma capillare, c'e' tutto il lacerante mutismo di impossibili urla nel silenzio. MP
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giovedì 19 gennaio 2012
Francesca Woodman Works
Le fotografie di Francesca Woodman segnano la dimensione di uno spazio surrealista ed iperrealista insieme. Sono atmosfere sospese, sono attimi di malessere liberatori. In esse la corporalita' umana si staglia sulle cose contingenti talvolta rimanendone imbrigliata, in altri casi fondendosi con esse. Una figura senza volto si alza da una sedia sigillandone il suo slancio ad essa. In scacco e' la nostra stessa vita che scorre lenta come il passo di una tartaruga sull' accidentalita' di una pavimento a quadri. Una solitudine appesa allo stipite della porta quella della Woodman che racconta la genialita' sofferta di un'artista che ha avuto troppe cose da raccontare in un tempo troppo breve. Elementi intensi nei suoi scatti che muovono le corde di una femminilita' ritratta a nudo. Fragilita' e forza riescono normalmente a convivere nelle sue immagini senza creare nell' osservatore alcun effetto di contrasto ed anzi l'armonia finale che ne deriva sembra dover essere l' unica risultante possibile.La luce prediletta e' spesso quella obliqua un' underline alle forme che ne amplifica l' effetto significante. Cosi' un braccio pende da una vasca in ghisa raccontando di se' quanto basta per non desiderare di raggiungere oltre il bordo, la vista del resto del corpo. Una donna si appoggia ad occhi chiusi ad un muro lacerato quasi ad indicarci con le mani rigidamente aperte le crepe della sua stessa anima. Il corpo femminile e' velato da drappi leggeri, misteriosi, inquietanti o vecchie tappezzerie floreali che celano e disvelano. Paragonava la sua vita ad un fondo di caffe' e in quegli spazi dilatati e vuoti riempiti forzatamente da un male di vivere invisibile ma capillare, c'e' tutto il lacerante mutismo di impossibili urla nel silenzio. MP