
Le fotografie di Nicola Bortolussi sono epiteti alla vita di una realta'giocattolo in miniatura. Un modellino di treno sfreccia in un tunnelbocca femminile. All'uscita, dall altro lato, tutto sembra possibile, il fumo della locomotiva, il suono diretto al cielo, il ricordo, l'enigma. Realta' e finzione si specchiano e scambiano i ruoli. L'obiettivo di Bortolussi si alimenta di un sistema a corrente alternata, come quei giocattoli anni 50 onnipresenti e da lui tanto amati. La vita si galvanizza su rotabili ricreate, su punti di contatto in rilievo messi in scena a regola d'arte. Una ferrovia in miniatura si fa protagonista e scava nella nostra memoria alla ricerca di quei cappi di ritorno, binari, rotaie negative di scambi o tracciati sezionati elettronicamente. Nicola chiama nella nostra testa immagini dimenticate dell'infanzia e le modula. Poi con lo sguardo divertito di un bambino frappone tra noie e le cose aerei, modelli d' auto e camion , l ' incanto e il disincanto. Una citta'dall' alto si sveglia o va a dormire e in essa finestre si accendono di impreviste policromie. New York respira Pop Art con grattacieli viola e gialli, mentre tocchi di rosso battono il cuore ad immagini nuove. Una zebra di spalle di fronte ad un antico portale in marmo trova il suo riflesso nel medesimo scacco di bianchi e neri. Quale sia il gioco della natura o la creazione dell' uomo e' informazione irrilevante. Nicola Bortolussi sa raccontare il profumo onirico del nostro tempo. In tasca una manciata di figurine. Elaborazione o idea spontanea impossibile chiudere lo spettacolo.MP
