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E' un rapporto privilegiato quello tra Sandro Chia e il colore. Nelle sue opere due livelli ugualmente intensi e distintamente vibranti. C'e' uno spazio sagomato e plastico dove si muove il soggetto e c'e'un fondo,a volte discreto, il piu' prorompente e immaginifico. Due piani parralleli non coincidenti ma che si corrispondono, il primo sotto sembianze umane, il suo speculare, un po' arretrato e policromatico, fatto di geometrie linee e spazi onirici. E' un concerto sinfonico quello che si compone nei suoi quadri piu' recenti dipinto su un piano centrale protagonista ed uno piu' orchestrale. Le figure di Chia si muovono davanti a noi in un moto dell'anima lento rivolto al centro dell'Enigma. I tempi dell'umano esistere ci sono tutti. La sosta, la riflessione, la scoperta e l'inganno. C'e un passo bradicardico e un accasciarsi con braccia incrociate. Lo sguardo rivolto agli angoli ottusi della vita sempre posti fuori dai margini della tela, proprio come l'artista osserva, allontanandosi un poco dal suo disegno il miraggio della creazione. Michela Papavassiliou
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