Nel Cerchio di Bruegel
In un'opera d'Arte ci puo' essere un mondo. Sembrerebbe il prologo ideale per questa pellicola che fin dai primi fotogrammi tuffa lo spettatore nel quadro "La salita al Calvario"del pittore fiammingo Bruegel, interpretato da un intenso Rutger Hauer.E' questo il ritratto di un pittore gia' maturo e colto nel periodo piu' fecondo della sua produzione artistica. In esso i grandi temi della sua pittura, dalla semplice danza contadina, alla torre di Babele. Molti i personaggi da lui tracciati, portati in scena in modo fedele, bambini e animali, pastorelli, boscaioli e carnefici. Ma e' nella Passione di Cristo che la pellicola intreccia i racconti biblici con il vissuto di un popolo rurale oppresso dalla dominazione spagnola, in un XVI sec in cui nelle Fiandre la vita dei semplici vale meno che niente. Il Maestro racconta col suo gesto pittorico, la realta' efferreta e truce che lo circonda, in un appassionato e crudele gioco cromatico che spesso si tinge di rosso sangua. Ecco allora una Maria, magnifica Charlotte Rampling, madre segnata dal tempo e dalla sofferenza per i patimenti del figlio Gesu', nelle atmosfere funeste che sembrano far rivivere l'opera il Trionfo della Morte. Ecco in parallelo il giovane contadino messo alla gogna in pasto ai corvi ed alla merce' dell'oppressore. Pur nella ricostruzione impeccabile di un mondo rinascimentale nordico e illuminato da una fotografia magica, il film patisce di un ritmo eccessivamente lento, appesantito da un'anoressia della parola a volte paradossale. Il vecchio mugnaio dall'alto della roccia diventa nel tratto di Bruegel, Dio e ferma le pale del mulino con un gesto della mano rivolto al cielo, arrestando cosI anche il tempo. Questo moto circolare spezzato e ricomposto calamita per qualche istante sospeso la platea.Il moto perpetuo della vita che poi riprendeil suo corso, porta in se' un pensiero che e' luce ed oblio e con esso una riflessione sul senso della vita e del suo contrario.Da vedere.MP

